martedì 27 marzo 2012

LA STORIA DEL SANTUARIO MARIA SS. DEL PONTE DI CALTAGIRONE

Come già annunciato, sarà a giorni nelle librerie il secondo volume della Collana Radix et fructus, opera di don Francesco Di Stefano, dal titolo: “Spargi tu di grazie un fonte. La Madonna del Ponte a Caltagirone Storia, iconografia e culto”.

Il volume esce in coincidenza con la terza peregrinazione dell’Icona della Madonna del Ponte per i comuni della Diocesi di Caltagirone, voluta dall’attuale vescovo Calogero Peri dal 15 aprile al 16 giugno 2012 in preparazione alla sua prima visita pastorale e alla celebrazione del II Centenario della erezione della Diocesi che cadrà il 12 settembre 2016.

Sarà un modo particolarmente solenne e sugge­stivo per ricordare e far conoscere ulteriormente il prezioso messaggio che, secondo la tradizione, la Vergine portò agli abitanti di Caltagirone il 15 agosto del 1572. La mattina di quel gior­no, una fanciulla si recò come al solito ad attingere acqua in una fonte presso un ponte, appena fuori le mura cittadine. Quale fu il suo stupore quando, immergendo la brocca, vide riflessa tra le acque la santa Vergine, coperta di un manto trapunto di stelle e con in braccio il bambino Gesù. Un grido le uscì dal petto e, dopo essere rimasta un po' in contempla­zione, corse a portare la notizia agli altri. Ben presto si radunò una folla. Di essa solo alcuni poterono ammirare il prodigio: quelli che erano in grazia di Dio. Gli altri, per poterlo fare, dovettero ricorrere al Sacramento della Penitenza. Infatti, appena confes­sati, si aprivano i loro occhi e potevano godere della presenza di Maria e di Gesù. Dovette confessarsi anche un pittore chiamato a fissare su tela i tratti della Vergine e del suo Figlio. Quando il quadro fu finito, la visione si dileguò, ma non l'entusiasmo dei calatini che, nonostante le difficoltà tecniche, in un anno costruirono sul posto un tempio a cui cominciarono ad accorrere numerosi pellegrini per chiedere e ottenere grazie. Verso la fine del 1500, la domenica successiva all'Ascensione, un altro prodigio: la folla, richiamata dal suono spontaneo delle campane, accorse nel Santuario e potè vedere tra le acque della fonte una Stella lumino­sissima. Una confraternita di stovigliai, muratori e artigiani, sorta agli inizi del '600, mantenne vivo il ricordo dei due avvenimenti e il decoro della chiesetta, impegnandosi nella sua ricostruzione quando essa fu distrutta, una volta dal tremendo terremoto del 1693, che seminò morte in tutta la Si­cilia orientale e, un'altra volta, da una disastrosa alluvione, nel 1714. Intanto la devozione popolare cresceva sempre più, a tal punto che il 29 giugno 1777, la Vergine del Ponte fu proclamata patrona inter principales della città di Caltagirone.  

Fu però tra la fine dell'800 e la prima metà del '900 che il culto della Madonna del Ponte ebbe le maggiori espressioni. Furono scritti diversi libri sulla storia dell'Apparizione e del Santuario. Tra gli ultimi, nel 1958, quello redatto dal mariologo P. Gabriele M. Roschini, con una prefazione di don Luigi Sturzo e l'altro di Mons. Paolino Stella, nel 1987. Proprio il fondatore del Partito Popolare Italiano, ebbe per tutta la vita una vivissima devozione alla Madonna del Ponte. Negli anni di Seminario, scrisse una poesia in cui invocava la misericordia divina sulla città di Cal­tagirone, dicendo: «Ma tu, pietoso Iddio, tu il braccio armato Sospendi deh! Tu il fulmine trattieni: (...) Pensa, o Signor, che col tuo figlio amato Maria qui apparve... Ella a' tuoi pie ci meni Tutti confusi, ravveduti, in pianto, Per benedirti in del tre volte Santo». Grazie al suo interessamento e a quello della sorella Margherita, nel 1942 il Santuario divenne parrocchia, e si cominciò a parlare di costruire un nuovo tempio, più spazioso e più adatto ad accogliere i fedeli.

Nel 1949, il vescovo Pietro Capizzi scelse l'immagine di Maria SS.ma del Ponte per la Peregrinatio Mariae nella diocesi. Fu un momento particolarmente profondo di riflessione per tutta la Chie­sa calatina. Nella sua lettera pastorale di preparazione alla peregrinazione, il presule scriveva: «Non vi pare che lasciandosi vedere solo dalle persone in grazia, ci voglia ricordare che questa è la condizione indispensabile e assoluta per vedere Maria e il suo Divin Figliuolo, non solo in terra, ma anche e soprattutto in cielo?» Da allora, nel ricordare l'Apparizione, si è insistito più che sulla straor­dinarietà del fatto, sull'invito a conversione che gli è connesso, scoprendone l'attualità non solo per il XVI secolo, quando si era in piena controriforma cattolica, ma anche per l'oggi. Il messaggio della Madonna del Ponte è risuonato sempre più intensa­mente in questi anni che hanno visto la venerata icona arricchirsi di una preziosa cornice in argento e, dalla metà degli anni '60, il sorgere del nuovo tempio. Nel 1972, Mons. Carmelo Canzonieri, invitando la diocesi a celebrare il IV centenario dell’Apparizione, scriveva che «quest'Ap­parizione della Madonna, anche se richiama un'esigenza comune ai cristiani del mondo intero, sembra essere un invito rivolto particolarmente a noi: far vivere o far rivivere in noi la grazia di Dio!... Raccogliamo quel mater­no messaggio, tenendoci lontani dal peccato e vivendo in grazia». Durante l'Anno Santo della Redenzione del 1983 il vescovo, Mons. Vittorio Mondello, scelse il Santuario come luogo ove potere lucrare le in­dulgenze giubilari, e fu ai piedi della sacra icona che pronunziò la solenne consacrazione a Maria voluta da Giovanni Paolo II. Mentre il 15 agosto del 1987, in ricorrenza dell'Anno Mariano, procla­mò Santuario Diocesano il tempio della Madonna del Ponte. Dal 10 aprile al 4 giugno del 1988 si è tenne la seconda Peregrinazione Diocesana della Madonna del Ponte. Proprio l'attualità del messaggio lo convinse ad incoraggiare l'inizia­tiva dei fedeli e del parroco don A. Savatteri di incoronare dell’icona con una corona aurea ottenuta con la fusione degli ex voto e benedetta dal beato Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo il 28 luglio 1988. L’incoronazione avvenne il 15 agosto 1988 al termine dell’Anno Mariano in Piazza Municipio.

Ricordiamo infine che, durante il grande Giubileo dell’Anno 2000, essendo stato scelto dal vescovo Vincenzo Manzella come uno dei luoghi dove lucrare le indulgenze, il santuario ospitò numerosi eventi giubilari e vide affluire parecchi pellegrini da ogni parte della Diocesi.



Giuseppe Federico


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