martedì 26 aprile 2011

I sensi di “pietas” di una Comunità. Riportiamo la cronaca della presentazione del libro di don Fabio Randello apparsa su La Gazzetta del Calatino del 22 aprile 2011

LICODIA EUBEA - Presentato lavoro del presbitero Fabio Randello

I sensi di "pietas" di una comunità

Carlo Nanfro

Nei giorni scorsi nella cornice quare­simale della chiesa madre, è stato presentato il libro "L'eccesso dell'amo­re" ad opera di Don Fabio Randello; l’opera racchiude, documenta e conserva la memoria della Settimana Santa a Li­codia, notoriamente ritenuta tra le più suggestive di Sicilia.

Alla serata di presentazione presentata dal prof Antonio Barone, oltre all'autore erano presenti il Vescovo della diocesi di Caltagirone Mons. Calogero Peri e Don Corrado Lorefice docente di teologia mora­le. Dalle parole di Don Fabio Randello, traspare l'amore per la manifestazione e il modo in cui viene vissuta da tutti i li­codiani la passione di Cristo e per il mes­saggio di profonda fede e speranza.

Il libro ripercorre in maniera circostan­ziata i momenti della Quaresima, dalla festa dell' Addulurata, alla Via Crucis del­la domenica delle palme, fino a giungere alla Settimana Santa dove a momenti li­turgici si alternano le processioni dei ca­ratteristici fercoli "do Signuri a colonna", dell' Addolorata, "do Signuri a Cascia", la Crocifissione e la "Giunta" del Cristo risorto e della Madonna nel giorno di Pa­squa. A tutto ciò si aggiunge la particolarità dei lamenti in dialetto che rendono ancora più suggestivo e commovente il periodo pasquale. Nel libro sono raccolti altresì numerosi testi devozionali della tradizione, accompagnato da una ricca galleria fotografica e dalle ricette delle pietanze della tradizione licodiana prepa­rate durante il periodo quaresimale. L'opera di Don Fabio Randello, può es­sere considerata il documento di testimo­nianza cartacea delle tradizioni e dei riti di una festa che da anni si perpetra e si rinnova nel piccolo comune licodiano. (La Gazzetta del Calatino, 22 aprile 2011, p.16).



Il volume è stato presentato anche a Palagonia, nella chiesa San Sebastiano, domenica 17 aprile, dopo la messa serale, e a Militello V.C., nella sala conferenze del Museo Civico Sebastiano Guzzone ( Palazzo Laganà - Campisi), il 18 aprile, alle ore 18,30, nel contesto delle “Celebrazioni in occasione della XIII Settimana della Cultura”.



L'articolo de La Gazzetta del Calatino, 22 aprile 2011, p.16 

martedì 19 aprile 2011

ALCUNE DELLE CRONACHE E DELLE INFORMAZIONI SULLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI DON FABIO RANDELLO APPARSE SU INTERNET


Autore: Redazione - 18 aprile 2011.




Giovedì 14 Aprile nella Basilica Matrice di Licodia Eubea è stato presentato il volume “L’eccesso dell’amore” scritto da Don Fabio Randello che al fine di evidenziare le manifestazioni della pietà popolare ha raccolto fonti inedite per ricostruire una fedele e autentica descrizione – fatta di immagini e parole – del le storiche tradizioni religiose legate alla Quaresima e alla Settimana Santa a Licodia Eubea. Ha moderato la prima presentazione del libro il professore Antonio Barone, sono intervenuti Sua Eccellenza il vescovo Monsignor Calogero Peri e Don Corrado Lorefice, docente dello Studio Teologico di Catania. La ricerca di Don Randello battezza la collana Radix et fructus che ha ricevuto il patrocinio del Progetto Cultura della Diocesi di Caltagirone. Inoltre, la pubblicazione è stata effigiata del logo del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale.

“Sono sette i dolori di Maria, quelli delle spade della Sittina – spiega l’autore Fabio Randello – per ogni spada c’è un canto, il sesto celebra il forte dolore di Maria provato per l’eccesso dell’amore, da qui il titolo di questo libro che raccoglie riflessioni sulla preparazione al triduo pasquale, i canti e i pentagrammi delle musiche che accompagnano i momenti di culto, la documentazione fotografiche e persino le ricette dei cibi tradizionali. Ho raccontato la pietà popolare del comune vivere e sentire che arricchisce il cuore degli uomini. Come dice anche Benedetto XVI, credo che sia importante recuperare e tramandare lo spirito di questi momenti di culto per ritrovare la fede che vi è alla base”.

La pietà popolare si concretizza in diverse manifestazioni cultuali che nella fede cristiana si esprimono prevalentemente non con i moduli della liturgia ufficiale della Chiesa cattolica, ma nelle forme peculiari, verbali e non verbali, tramandate dal popolo: le opere d’arte, i canti, le vesti dei fedeli, le litanie, le rappresentazioni dei martiri e tante altre pratiche religiose – come si evince dalla ricerca – possono far rinascere la fede e diventare componenti vive della pietà popolare.

Durante la presentazione molti hanno assistito alla visone di alcune delle scene caratterizzanti del Triduo di Licodia Eubea che ancora oggi si ripetono e che risalgono al 1600 circa. Poco o quasi nulla è cambiato dopo oltre quattro secoli, i canti, il percorso e i simulacri in carta pesta e legno sono quelli originali. Solo la partecipazione diretta potrà consentire di vivere quanto di prezioso il libro custodisce, le future pubblicazioni seguiranno il filo della fede percorrendo luoghi e tradizioni per valorizzare momenti che la Chiesa e i suoi testimoni intendono tramandare ancora ai giovani fedeli del domani. Il vescovo della Diocesi di Caltagirone Calogero Peri ringrazia l’autore Fabio Randello per aver reso questo prezioso servizio e auspica per la diocesi una nuova stagione di attenzione per le celebrazioni del Triduo Pasquale.

La pietà popolare si concretizza in diverse manifestazioni culturali che nella fede cristiana si esprimono prevalentemente non con i moduli della liturgia ufficiale della Chiesa cattolica, ma nelle forme peculiari, verbali e non verbali, tramandate dal popolo: le opere d’arte, i canti, le vesti dei
fedeli, le litanie, le rappresentazioni dei martiri e tante altre pratiche religiose – come si evince dal libro inedito “L’eccesso dell’amore” scritto da Fabio Randello – possono far rinascere la fede e diventare componenti vive della pietà popolare.


PER ALTRE INFORMAZIONI E CRONACHE SULLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI DON FABIO RANDELLO APPARSE SU INTERNET SI POSSONO VEDERE:














http://cattolicisiciliani.blogspot.com/

venerdì 15 aprile 2011

Il 14 aprile è stato presentato a Licodia Eubea il libro di don Fabio Randello. L'articolo apparso su "Avvenire"

Caltagirone, raccontate in un testo
le tradizioni religiose a Licodia Eubea



DA CALTAGIRONE
MARIA GABRIELLA LEONARDI



Si intitola «L’eccesso dell' amore» il libro scritto da don Fabio Randello e che raccoglie le manifestazioni della pietà popolare e le tradizioni religiose legate alla Quaresima e alla Settimana Santa a Licodia Eubea, nella diocesi di Caltagirone. Il volume è stato presentato nella Basilica matrice di Licodia durante un incontro a cui sono intervenuti il vescovo di Caltagirone Calogero Peri, don Corrado Lorefice, docente allo Studio Teologico di Catania e il professor Antonio Barone. «Sono sette i dolori di Maria - spiega don Randello - quelli delle spade della Sittina; per ogni spada c'è un canto, il sesto celebra il forte dolore di Maria provato per l’eccesso dell' amore, da qui il titolo di questo libro che raccoglie riflessioni sulla preparazione al triduo pasquale, i canti e i pentagrammi delle musiche che accompagnano i momenti di culto, la documentazione fotografiche e persino le ricette dei cibi tradizionali. Ho raccontato la pietà popolare del comune vivere e sentire che arricchisce il cuore degli uomini. Come dice anche Benedetto XVI, credo che sia importante recuperare e tramandare lo spirito di questi momenti di culto per ritrovare la fede che vi è alla base». Il volume inaugura la collana di saggi su fede, arte e tradizione nella Chiesa calatina intitolata «Radix et fructus», ha ricevuto il patrocinio del progetto culturale della diocesi di Caltagirone ed è stata effigiato del logo del Progetto culturale della Conferenza episcopale.

                              “Avvenire” 15 aprile 2011, p. 26

Il ritaglio del quotidiano cattolico "Avvenire"

martedì 12 aprile 2011

SULLA COPERTINA DEL LIBRIO DI DON FABIO RANDELLO “L’ECCESSO DELL’AMORE” IL CROCIFISSO LIGNEO DI LICODIA EUBEA

Sulla copertina del libro di don Fabio Randello “L’eccesso dell’amore” è riportato lo splendido Crocifisso ligneo oggetto di grande devozione dei fedeli di Licodia Eubea, conservato nella chiesa dell'Ospedale.
Come si vede anche solo dalle foto, ci troviamo di fronte a una vera gemma preziosa, capace di suscitare stupore per la sua bellezza  e guidare alla contemplazione del mistero a cui rimanda, l’eccesso dell’amore di Cristo per gli uomini.
Si narra che l'artista “... dopo avere modellato il corpo non riusciva a portare a termine il capo. Dopo reiterati tentativi, un giorno, con comprensibile stupore si trovò davanti il Cristo con la testa meravigliosamente scolpita” (cfr. Carmelo Verdi, Licodia Sacra, p.43).
Un’antica leggenda vuole, inoltre, che durante i periodi di pestilenza o in presenza di calamità naturali venissero tolti i chiodi, che inchiodano alla croce il Cristo ligneo, fatto assai strano anche perché la tradizione popolare riferisce che si vieti a chiunque di toccare il crocifisso stesso, pena una grave disgrazia.
L'opera, di ottima fattura, per l'accurata ricerca e resa dell’anatomia umana e per l'espressività del volto è ascrivibile ai primi del XVIII secolo, ma la mancanza di documenti non permette di attribuirla a qualche scultore dell’epoca. E’stata eseguita in legno massello, assemblando più blocchi, successivamente intagliata, infine ingessata e decorata per mezzo di tempere e lamine di metallo. Capelli, barba e soprattutto il pregiato perizoma sono stati realizzati, utilizzando una sottile lamina d'oro, applicata con la tecnica del “guazzo”, mentre il decoro del perizoma è ottenuto a “graffito” sul fondo avorio.
Su iniziativa dell’Archeoclub di Licodia Eubea si è recentemente proceduto a un intervento di conservazione e restauro dell’opera. Il lavoro è stato compiuto con grande perizia dal restauratore Costanzo Cucuzza.
Nella sua relazione il Cucuzza scrive che “il manufatto presentava un degrado estetico e strutturale causato da una cattiva manutenzione, inoltre l'intera superficie pittorica era ricoperta da strati di vernici alterate, inter­vallate da particelle di deposito (polvere, fumo ... ), da strati di materiali proteici (colla, uovo ... ), da resine e cere. Sono state notate, oltre al resto, varie piccole lacune causate dal distacco del film pittorico e da parti dello strato gessoso, abrasioni dovute agli spostamenti a cui è stato soggetto il manufatto nel corso dei secoli, micro fessurazioni apportate dall'umidità e grosse fenditure sul petto e sulla schiena. Evidenti i precedenti interventi di restauro e di ridipintura totale dell' opera e vari ritocchi visibili ai raggi ultra­violetti localizzati, principalmente sul viso e nell' attacco delle braccia al busto”.  L'intervento di restauro conservativo, finalizzato alla valorizzazione storica ed artistica dell' opera, permettendone la piena leggibilità e fruizione, è stato eseguito nel rispetto delle tecniche costruttive e dei materiali in uso all' epoca dell' opera. La prima operazione è stata quella di disinfestazione. La fase successiva ha visto il consolidamento della struttura fibrosa del legno. Si è passati, quindi, alla pulitura della superficie pittorica.
Il risultato è straordinario, per la curata anatomia del corpo, per l'espres­sività del viso, e per la resa pittorica data da un incarnato cadaverico in contrasto con il sangue e i segni della flagellazione.
Attorno al Crocifisso si trovava il reliquiario, databile intorno alla seconda metà del XVIII secolo. Smontato il crocifisso e il reliquiario per il restauro è tornato visibile un pannello pittorico di cui si era perduta la memoria (per la verità era possibile intravederne qualche dettaglio e immaginarne il contenuto avvicinandosi all’altare).
In modo semplice (oggi diremmo naif) vi sono illustrati alcuni degli eventi della morte di Cristo narrati nel capitolo 27 vangelo di Matteo nei versetti 45.51.52, la cui versione latina è riportata lungo tutta la tavola: “Si fece buio su tutta la terra….Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono”. Con pennellate decise e colori caldi sono rappresentati i sepolcri che si aprono, i morti che risorgono, Gerusalemme e in particolare il tempio, con lo sfondo di colline che richiamano quelle attorno a Licodia Eubea; sulle braccia del Crocifisso, secondo una iconografia classsica, il sole e la luna, quasi a  indicare  Cristo come centro del tempo.
Anche per la tavola, mancando la firma e documenti scritti, non è possibile dirne l’autore. Dall'analisi iconografica e pittorica si può supporre che essa sia stata realizzata intorno alla prima metà del XVII secolo.
Si è fatta scelta di collocare il reliquiario di fronte la cappella del Crocifisso, allo scopo di rendere fruibili tutte e tre le opere: il Crocifisso, la tavola e il reliquiario.
Il testo qui riportato è una nostra rielaborazione ed integrazione dell’articolo non firmato: “Tra devozione e storia: il Crocifisso ligneo di Licodia Eubea”, in Archeoclub d’Italia – Notizie, 7/2009, pp 20-21.


IL CROCIFISSO PRIMA







E DOPO IL RESTAURO





domenica 10 aprile 2011

La pietà popolare a Licodia Eubea nella Settimana Santa è al centro del libro di don Fabio Randello "L'eccesso dell'amore"




 

La pietà popolare a Licodia Eubea durante la Settimana Santa è al centro del libro di don Fabio Randello "L'eccesso dell'amore" giunto in questi giorni in libreria.
Tre espressioni del Magistero recente possono aiutare a comprendere il significato che la pietà popolare ha nella vita cristiana:

*I vescovi riuniti ad Aparecida per la V Conferenza generale dell’episcopato Latinoamericano e dei Caraibi nel maggio del 2007, presentano la pietà popolare come uno spazio d’incontro con Gesù Cristo e un modo di esprimere la fede della Chiesa. Non può pertanto essere considerata come un aspetto secondario della vita cristiana, poiché ciò «sarebbe dimenticare il primato dell’azione dello Spirito e l’iniziativa gratuita dell’amore di Dio» (Documento conclusivo, n. 263).

*«La pietà popolare tende all’irrazionalità, talvolta forse anche all’esteriorità. Eppure, escluderla è del tutto sbagliato. Attraverso di essa, la fede è entrata nel cuore degli uomini, è diventata parte dei loro sentimenti, delle loro abitudini, del loro comune sentire e vivere. Perciò la pietà popolare è un grande patrimonio della Chiesa. La fede si è fatta carne e sangue. Certamente la pietà popolare dev’essere sempre purificata, riferita al centro, ma merita il nostro amore, ed essa rende noi stessi in modo pienamente reale “Popolo di Dio”» (Benedetto XVI, Lettera ai seminaristi, 18 ottobre 2010, n. 4).

*Nella Nota Educare  alla vita buona del Vangelo  (4 ottobre 2010), i vescovi italiani scrivono:«La pietà popolare costituisce anche ai giorni nostri una dimensione rilevante della vita ecclesiale e può diventare veicolo educativo di valori della tradizione cristiana, riscoperti nel loro significato più autentico. Purificata da eventuali eccessi e da elementi estranei e rinnovata nei contenuti e nelle forme, permette di raggiungere con l’annuncio tante persone che altrimenti resterebbero ai margini della vita ecclesiale. In essa devono risaltare la parola di Dio, la predicazione e la catechesi, la preghiera e i sacramenti dell’Eucaristia e della riconciliazione e, non ultimo, l’impegno per la carità verso i poveri» (n.44).

mercoledì 6 aprile 2011

DOVE COMPRARE IL LIBRO DI DON FABIO RANDELLO "L'ECCESSO DELL'AMORE"

Molti chiedono dov'è possibile acquistare il libro di don Fabio Randello "L'eccesso dell'amore".
Oltre che nei normali circuiti, è possibile trovarlo nei seguenti punti vendita:

CALTAGIRONE
Libreria Piccole Marie, Via Circonvallazione 328
Libreria Edicola  di Caristia Giovanni e Laureanti Giuseppe, Corso Principe Amedeo di Savoia

MILITELLO V.C.
Rivendita Tabacchi n.11 di Grazia Nicoletta Beverie, Via Donna Giovanna d’Austria 11

LICODIA EUBEA
Edicola Fratelli Scrofani, Corso Umberto

PALAGONIA
Bottega dell’Arte di Maria Astuti, Via Comm. Panebianco

CATANIA
Libreria San Paolo, Via Vittorio Emanuele 182


La copertina del volume

martedì 5 aprile 2011

"L'eccesso dell'amore" di don Fabio Randello parla della Quaresima e della Pasqua a Licodia Eubea: notizie e video per conoscere la Città

Licodia Eubea, piccolo centro della Sicilia Sud Orientale, a 630 metri di altezza sul mare, a 50 Km da Catania, situato al margine del settore occidentale dell’altipiano Ibleo, vicino al fiume Dirillo, dagli anni sessanta trasformato in una diga artificiale. La storia non ha lasciato molte tracce riguardanti il periodo della fondazione e sulla scelta del nome; si ipotizza che a fondarlo siano stati i Calcidesi di Lentini nel 650 a.C. Dal punto di vista geologico il suo territorio è importante per la presenza delle più antiche formazioni rocciose di tutta l’area Iblea. Il sottosuolo ha donato migliaia di reperti, che vanno dal periodo preistorico a quello bizantino. Di grande interesse sono le tombe del periodo Siculo. Reperti ceramici datati tra il 520 e il 450 a.C. di manifattura Greco-ellenica testimoniano la presenza greca. Altri scavi hanno portato alla luce l’esistenza di altre civiltà tra le quali l’araba, testimoniata dalla fortificazione situata sul colle dominante il paese che durante il periodo svevo, divenne una grande fortezza di difesa con cinque torrioni cilindrici. Il castello nel 1269 fu censito come castrum Licodiæ. In esso, alla fine della guerra del Vespro, 1302 si insediava Giovanni Filangeri; e dal 1393, il Camerlengo di Re Martino il giovane, Ughetto Santapau, dell’antico e illustre casato della Catalogna. Tre membri di questa famiglia per ben cinque volte rivestirono la prestigiosa carica di Presidente del regno di Sicilia, molte delle questioni del Regno furono affrontate in questo castello, tanto da far denominare Licodia “Palermu ’u picciulu”. Dal 1588 anno in cui Camilla Santapau sposò Muzio Ruffo la proprietà passò ai Ruffo, principi di Sicilia, che la mantennero sino al 1812. Oggi, del prestigioso castello gravemente danneggiato dal terremoto del 1693, rimangono soltanto due mezzi torrioni. Il Paese, con le sue trentanove chiese e dodici conventi, già provati dal terremoto del 1542, col successivo terremoto del 1693, li vide crollare in gran parte. Oggi, Licodia ha otto chiese, il convento dei Cappuccini, e due ex-monasteri: quello dei padri Domenicani, attuale sede del municipio, e la Badia delle monache Benedettine. Luogo d’incontro abituale sono le piazze del paese e ’a strata lonca (Corso Umberto). Dopo essere appartenuta all’arcidiocesi di Siracusa dal 1816 fa parte della diocesi di Caltagirone. La vita religiosa è segnata da diverse feste con relative processioni. Il culmine è nella Settimana Santa e nella festa dell’Addolorata (ultimo venerdì di Quaresima). La pietà mariana ha i momenti più espressivi nella festa dell’Immacolata, del Carmine e dell’Assunta. Per i santi la festa principale è quella della patrona S. Margherita V. M. (20 luglio), S. Giuseppe (19 marzo) e S. Lucia (13 dicembre). La principale attività produttiva del paese è l’agricoltura e in particolare la coltivazione dell’uva da tavola.

Per vedere il video clicca su:
Licodia Eubea

IL LIBRO DI DON FABIO RANDELLO “L’ECCESSO DELL’AMORE” ESCE CON IL PATROCINIO DEL PROGETTO CULTURALE DELLA DIOCESI DI CALTAGIRONE


La collana Radix et fructus esce con il patrocinio del Progetto Cultura della Diocesi di Caltagirone. Cosà è  il Progetto Culturale della Diocesi di Caltagirone? Anzitutto i due termini: “progetto” e “cultura”. Progetto: tutti ne facciamo, giusti o sbagliati. Cultura: non erudizione, ma quella che riguarda tutti, perché tutti abbiamo i nostri modi di vedere, di pensare e di comportarci.
Come spiega il sito  ufficiale del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana (www.progettoculturale.it),  alla base ci sono le domande: «Perché vivo in un certo modo e non in un altro? Che cosa c'è dietro le mie scelte? E le scelte nostre, della collettività, del mio quartiere, della mia città?».  Progettare la mia vita e le mie scelte perché siano secondo l'insegnamento di Cristo e della Chiesa significa entrare nel progetto culturale orientato in senso cristiano.
L’obiettivo è cercare di “costruire, con le categorie di oggi, una visione del mondo cristiana, consapevole delle proprie radici e della propria pertinenza sulle questioni vitali e fiduciosa circa le proprie potenzialità nel dialogo con la cultura contemporanea. Si tratta, in una parola, di essere capaci di dire in modo originale e plausibile la nostra fede: su questo terreno decisivo il progetto culturale si inserisce nel dinamismo della “nuova evangelizzazione”.
Il Logo del Progetto Culturale è una piazza aperta, dalla forma ellittica, su cui si affacciano il campanile e il palazzo pubblico, le case e i portici. “Dall'agorà dei Greci alla piazza del Comune, la piazza ha sempre rappresentato il cuore della città. Nel villaggio globale, la piazza del progetto culturale è un luogo dove incontrarsi, confrontarsi e riconoscersi attorno alle idee e ai problemi. È anche il luogo dove pensare più a fondo e alla luce della fede le questioni fondamentali della cultura. È, infine, il luogo dove comunicare tutto questo agli altri, nella convinzione che la comunità nasce anche dalla comunicazione. Il logo del progetto culturale è ormai diventato un simbolo ben conosciuto nella comunità ecclesiale e talvolta anche all'esterno di essa. Affiancando le iniziative che animano il 'cantiere' può rivelarsi di utile impatto comunicativo, permettendo di identificare facilmente il soggetto e lo spirito che stanno dietro agli eventi cui si lega. Per questo, oltre alle attività del Servizio nazionale, si presta ad accompagnare anche le iniziative promosse in ambito locale che si inseriscono nell'alveo contenutistico del progetto culturale”.
La nostra Collana, si inserisce a pieno titolo nel conseguimento di questo obiettivo, in quanto si propone di aiutare quanti vivono nella Sicilia orientale e in particolare nella Diocesi di Caltagirone a prendere coscienza delle proprie radici cristiane per tornare a fare cultura, una cultura capace di “in-formare” il mondo di oggi.
In questo senso il volume di don Fabio Randello che apre la Collana fa un servizio prezioso, permettendo di conoscere e valorizzare parte del ricco patrimonio religioso che ha ispirato e ispira la vita della Comunità cristiana di Licodia Eubea.





Il logo del Progetto Culurale della Chiesa Italiana